Contabile
30 Gennaio 2023
Bonus POS: come funziona e chi può chiederlo
Per i clienti usare un mezzo di pagamento elettronico non comporta costi, altrettanto non vale per i commercianti e i professionisti in genere i quali, devono dotarsi di un POS e pagare delle commissioni su ogni transazione che vanno ad assottigliare il guadagno.
Un peso che viene avvertito maggiormente da quei commercianti che lavorano su margini di centesimi, come per esempio i bar.
Il Bonus POS permette a commercianti, professionisti e artigiani di ottenere uno sgravio pari al 30% delle commissioni pagate.
Il Bonus POS, pari al 30% delle commissioni, è un credito di imposta e può essere usato soltanto in compensazione dei debiti fiscali a partire dal mese seguente a quello durante il quale si è sostenuta la spesa. Quindi, per esempio, il 30% dei costi sostenuti durante il mese di febbraio può essere compensato a partire dal mese di marzo.
Non è un cumulabile con il reddito e non può essere computato nella base imponibile dell’Imposta regionale sulle attività produttive (IRAP).
Ogni mese, l’istituto che fornisce il POS deve inviare un documento ai propri clienti indicando l’importo totale delle commissioni pagate ed è, sull’entità di tale importo, che occorre calcolare il 30%. La medesima documentazione, corredata di tutti i dettagli necessarie, viene inviata dagli istituti anche all’Agenzia delle entrate.
Il commerciante o il professionista ha tempo fino al ventesimo giorno del mese successivo a quello in cui sono state effettuate le transazioni per comunicare all’Agenzia delle entrate l’ammontare del bonus; comunicazione che può essere effettuata mediante il canale telematico in uso dai singoli commercianti e professionisti oppure mediante i rispettivi commercialisti.
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